venerdì 9 settembre 2011

il sogno ereditato

Un anno fa oggi, erano le 7,30 e mi apprestavo ad uscire per, come al solito, recarmi a lavoro, sicuramente in ambulanza ci sono salito, peccato che mi trovavo dall'altra parte della barricata , Onestamente il racconto è dato dalle notizie ricavate dalle varie interviste fatte al risveglio, visto che la mia situazione era drammatica e, ne sentivo,  ne vedevo niente, diciamo come nei film, che mi vedevo fuori dal mio corpo senza capire cosa succedesse allo stesso, noo niente buchi, luci bianche, niente di tutto questo, solo un sonno indotto dalla patologia la perdita di coscenza e il risveglio in ospedale alla sala rossa, l'anticamera della rianimazione, mi sentivo, parafrasando un libro di mazzantini:" un pesce rosso" movevo la bocca ma non usciva niente dalle mie corde vocali, mi trovavo legato da mille tubi e mille aghi piantati in ogni dove, e quei momenti mi veniva da pensare a quante volte io ero stato l'artefice di quelle "torture",  che però sono indispensabili se si vuole tentare di ritornare di qua,
e allora non mi restava che tentare di rilassarmi e pensare a cose belle ed evitare di raggionare su quello che stavano facendo sul mio corpo. Appunto. il sogno. in quei momenti ero riuscito a virare i miei pensiere alla montagna la mia passione, ad una baita ai piedi di questa ricca di fiori ad un corso d'acqua ricco di trote che passava accanto, un bosco davanti .con scoiattoli neri che saltavano da un ramo all'altro, in cielo l'aquila la regina di questi posti che sembrava farti la guardia volteggiando maestosa sopra la tua testa. Ecco questo sogno mi ha accompagnato per tutta la mia degenza e sono uscito con questa idea fissa. non so se realmente riuscirò a costruire il mio sogno, ma sicuramente le mie ceneri, quando sarà il momento, verranno sparse dai miei figli in un posto così come il mio sogno.