mercoledì 15 giugno 2011

asiago 1960 impariamo a sciare


Messaggioil gio dic 17, 2009 10:23 am
Testo & foto by Alberto Motterle - Pubblicato il 17-12-2009


[…] La neve verrà leggera come piccole piume d’oca, soffermandosi prima sugli alberi,quindi filtrerà tra i rami posandosi infine sui cortinari gelati, sugli arbusti di mirtillo, sul muschio come velo di zucchero su una torta. Le lepri, i caprioli, i cervi staranno immobili a guardare il nuovo paesaggio. Le volpi dentro la tana spingeranno fuori il naso per il nuovo e antico odore che ritorna. Ma quando sarà tutto bianco, si ricorderanno gli scoiattoli dove hanno nascosto le provviste? Il vecchio urogallo sullo Scoglio del Tasso volerà sull’abete dove generazioni della sua famiglia hanno aspettato la primavera nutrendosi delle sue foglie. Il bosco sarà immerso in un tempo irreale e io andrò a camminarci dentro come in sogno.
Molte cose mi appariranno chiare in quella luce che nasce da se stessa. […]

(Mario Rigoni Stern “Inverni Lontani”, 1999)

E' si, questa sin da piccolo è stata la mia passione: la neve, ho iniziato sull'altopiano di Asiago, allora (avevo 5 anni nella foto) esistevano gli scarponi legati con i lacci che io curavo con il grasso di foca per renderli impermeabili, gli sci fermati con cinghie, e insaponati con il sapone dei panni per non far attaccare la neve fresca, non esistevano i moderni impianti si andava su a piedi e si scendeva, o meglio si ruzzolava nella neve fresca e in quel tempo era facile incontrare animali nei boschi. Dopo 50 anni eccomi ancora ad emozionarmi per la montagna e per quella che io definisco la mia casa.
Sia in estate che in inverno la montagna se la sai ascoltare è capace di raccontarti storie meravigliose e se sei attento puoi essere partecipe di queste storie, storie di vita , storie di uomini che sono riusciti in imprese che forse erano credute impossibili, si la montagna è una continua scommessa con la vita.

2 commenti:

  1. ”Sulla montagna sentiamo la gioia di vivere, la commozione di sentirsi buoni e il sollievo di dimenticare le miserie terrene. Tutto questo perché siamo più vicini al cielo.”
    (Emilio Comici alpinista)

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  2. a volte neanche mi basta e vorrei essere un aquila per osservare le cime dall'alto e liberarmi nell'aria come spesso faccio con i sogni

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