Ritornava dai campi
scuro in volto
e parlava piano
di terre, di semine, di fatiche,
svogliato.
e parlava piano
di terre, di semine, di fatiche,
svogliato.
Batteva pesante
d’istinto
gli antichi scarponi
alla pietra
e odorava di terra.
d’istinto
gli antichi scarponi
alla pietra
e odorava di terra.
Parlava chiaro,
per concetti e per massime
certe,
con la ignara saggezza
del tempo consunto
e talvolta ascoltava
il suono del granaio
con le nocche di legno
e segnava il livello.
per concetti e per massime
certe,
con la ignara saggezza
del tempo consunto
e talvolta ascoltava
il suono del granaio
con le nocche di legno
e segnava il livello.
E parlava al suo cane
sicuro
gettandogli un osso
e aiutava il vitello
ad uscire
e la cavalla
a figliare
con le mani di sempre
sporche di terra
nel connubio.
sicuro
gettandogli un osso
e aiutava il vitello
ad uscire
e la cavalla
a figliare
con le mani di sempre
sporche di terra
nel connubio.
E non era nessuno!
Neanche un numero
nell’immobile tempo
mio padre.
nell’immobile tempo
mio padre.
Eccole le mani del contadino, sporche di terra callose, dure e rovinate, eccole le mani di quell'uomo che fa della natura la sua base della vita, quella vita che le uniche soddisfazioni che gli da sono poi quello che lui chiede: un bel raccolto, la campagna fiorita piena di colori e frutti, che solo lui con quelle mani callose sa creare ad arte, ed eccole quelle mani stanche alla fine della giornata che a mala pena riescono dopo tanta fatica ad alzare un bicchiere di vino.
Con quanta precisione hai dipinto queste mani Franco e oserei dire con riverenza, come se per te quelle mani fossero un altare un tempio di sagezza; e non hai sbagliato moltoFranco, perchè lo sono.
Anche i colori che hai saputo dare, caldi e nello stesso tempo pastosi a dimostrare la laboriosità di quelle mani, un giorno mi ricordo in una intervista Biagi ( a me piaceva molto ) se ne usci con una frase che mi rimase impressa, perchè si parlava dei macchinari per lavorare la terra oggi, e del progresso , beh, Biagi rispose in modo molto garbato ma secco: "i contadini devono avere le mani sporche di terra" ed è così Franco come tu le hai dipinte sono le mani del contadino, felice al tramonto quando torna a casa magari accompagnato dai suoi animali come questi splendidi labrador che ho inserito che sono sempre una tua opera, e felice all'alba quando si incammina verso quelle terre dove quotidianamente cè da fare.
E' vero la tua pittura mi sta facendo viaggiare in un mondo passato, fatto di queste cose, ma se per me sono ricordi Franco, tu hai saputo rappresentare questi ricordi con amore e passione
Ciao Franco e grazie
Mi lasci senza parole
RispondiEliminaSei un grande!!!
"...Il lavoro sul campo era duro, continuo: non veniva mai sera. Il sole estivo rendeva la pelle nera, livida, bruciata; il contadino percorreva i campi scalzo, con piedi callosi che incrinavano perfino le spine, e anche le mani erano tutto un callo screpolato color del miele, con le unghie orlate di nero e affilate come artigli..."
RispondiEliminaTratto da: “Voci e immagini dell’800" di Luigi Piva
Complimenti Max, ha ragione Elena nel dire che ci stupisci ogni giorno!
ciaoooooo
è meraviglioso questo mondo ora vado a studiare Durer
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